Il Giudice del Tribunale di Treviso, dott. Luca Deli, con l’articolata e motivata sentenza n. 1107 del 21.05.2019, accerta che la Banca, nel corso del rapporto, aveva addebitato al correntista somme non dovute per € 226.506,93 (€ 177.607,13 su un conto corrente e € 48.899,80 su un altro) e condanna la Banca convenuta alla rettifica dei saldi.

In questo caso la ditta attrice, patrocinata dall’Avv. Prof. Torquato Tasso del Foro di Venezia, docente della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Padova, ha agito per far accertare che nei conti correnti aperti presso l’Istituto erano stati applicati tassi usurari, interessi anatocistici, Commissioni di Massimo Scoperto ultralegali, costi e remunerazioni non dovute, e chiesto la nomina di un Perito che ricalcolasse il saldo del conto corrente.

Il risultato è stato un ricalcolo del saldo dei conti correnti con la conseguenza che uno dei due conti è passato ad avere un saldo attivo. Questo a dimostrazione, ancora una volta, del peso degli oneri finanziari sull’attività delle imprese.

Va detto che il Tribunale di Treviso ha utilizzato per il calcolo dell’usura i parametri predisposti da Banca d’Italia, più favorevoli all’Istituto di Credito, ma che altri Tribunali non applicano. In altri Tribunali d’Italia vengono applicate le formule di matematica finanziaria, più favorevoli al correntista, in ossequio a tre sentenze di Cassazione (Cass. sent. n. 12028/10, n. 28743/10, n. 46669/11) in quanto si sostiene (a nostro avviso correttamente) che le istruzioni di Banca d’Italia non hanno efficacia vincolante per il Giudice ma si rivolgono solamente a banche e intermediari.

Se il cliente si fosse trovato ad agire in un altro Tribunale, che utilizza al fine del calcolo dell’usura la formula di matematica finanziaria, il risultato finale sarebbe stato ancor più positivo.

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