L’usura è evidente e ripetuta e il Giudice (civile) manda gli atti in procura per l’istruzione della causa penale.
La causa chiusa con la sentenza in oggetto del Tribunale di Padova, la n. 1107/2017 dell’2/5/2017, dott. Giorgio Bertola, è un caso interessante ed emblematico del difficile rapporto tra le banche e i clienti.
La banca assumeva di essere creditore del cliente, per € 38.570,56 ma quel credito era il consolidarsi di anni di interessi usurari, interessi, compensi, spese e corrispettivi non dovuti.
In questo caso la ditta Copper snc, patrocinata dall’Avv. Prof. Torquato Tasso del Foro di Venezia, docente della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Padova, ha contestato il saldo del conto corrente sostenendo di non essere debitrice come assumeva la banca ma di essere creditrice di numerose poste per più di € 60.000,00 e, quindi, che il saldo del conto corrente avrebbe dovuto essere attivo e pari a € 27.081,33.
Il perito, in caricato dal Giudice, ha confermato le tesi della ditta imprenditrice e il Giudice ha accolto quindi integralmente la domanda formulata dall’impresa ha ordinato la rettifica del saldo del conto corrente.
Il risultato è stato un ricalcolo del saldo del conto corrente che anziché un saldo passivo a favore della banca di € 38.570,56 euro ha riconosciuto che la Copper snc era creditore della banca per € 65.651,89 con conseguente saldo attivo di € 27.081,33.
Ma ciò che è più importante nella sentenza del Tribunale di Padova, è che il Dott. Giorgio Bertola, verificato che l’usura è stata significativa e non meramente occasionale, ritiene di inviare gli atti del giudizio in Procura della Repubblica per l’esercizio dell’azione penale.
In questa si legge infatti: “Va invece trasmessa la presente sentenza al Pubblico Ministero poiché la CTU ha accertato l’applicazione di usura per molteplici anni ed essendo l’esercizio dell’azione penale obbligatoria ex lege”.

Sentenza del Tribunale di Padova n.1107/2017